Cosa è l’emicrania, e come la possiamo riconoscere rispetto ad un ‘normale’ mal di testa? Cosa scatena un attacco di emicrania e come può chi soffre di emicrania cercare di prevenire gli attacchi, magari seguendo un determinato stile di vita e una alimentazione specifica? Lo abbiamo chiesto al Dott. Carlo Lovati, Neurologo MD, PhD, responsabile del Centro per lo studio e il trattamento delle Cefalee dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano, ecco le risposte dello specialista.
Emicrania. Un problema che ha conseguenze molto importanti non solo a livello personale, ma anche in ambito familiare e lavorativo. Ci può aiutare ad inquadrare l’emicrania, distinguendola da altri tipi di mal di testa che spesso vengono fatti rientrare sotto il generico ‘oggi ho l’emicrania’?
Sarebbe già bello che chi ha mal di testa dicesse “ho l’emicrania” e non “ho la cervicale” che neppure esiste! L’emicrania esiste, è diffusa ed è invalidante e tanti non sanno di soffrirne. L’emicrania è quel mal di testa primitivo, non sintomo di una sottostante condizione patologica come un trauma, un’infezione o una lesione vascolare, che colpisce il 12-18% delle donne e il 6-8% degli uomini.
È un mal di testa che si ripresenta ricorrentemente, a volte solo qualche volta all’anno, ma altre volte anche più di 15 giorni ogni mese e in questo caso siamo di fronte ad una emicrania cronica. Si può ipotizzare che si tratti di emicrania quando il mal di testa è moderato o severo (non lieve), soprattutto se da una parte della testa e se pulsa.
Caratteristicamente il dolore emicranico si accompagna a nausea o anche a vomito e ad un intenso fastidio per le luci, per i rumori e spesso per odori e profumi. In genere l’emicranico quando ha mal di testa riduce qualsiasi sforzo perché gli provoca un incremento del dolore.
Quali sono le cause scatenanti più frequenti?
Il primo punto da chiarire è che non vanno cercate cause dell’emicrania, ma al più, come mi state chiedendo, quali sono le condizioni in grado di scatenare il mal di testa. Chi è emicranico è emicranico e spesso l’attacco si sviluppa anche senza alcuno scatenante.
Ogni paziente col tempo individua condizioni che possono facilitare lo scoppio di un attacco: per alcuni sono le luci intense, per altri certi stimoli olfattivi; spesso sono intense emozioni negative o positive, periodi di particolare stress nel senso più tecnico del termine: quelle condizioni che attivano il sistema ipotalamo-ipofisi-surrene e che possono andare da situazioni lavorative di responsabilità crescenti e sempre più intense, a condizioni familiari con preoccupazioni, impegni, incertezze o paure costanti.
L’emicranico poi fa fatica ad adattarsi ai cambiamenti per cui spesso sono le variazioni dalla routine a scatenare periodi di attacchi frequenti: paradossalmente anche i primi giorni di vacanza o il cambio dell’ora possono scatenare attacchi. Elemento sicuramente rilevante è il sonno: dormire troppo poco abitualmente o saltuariamente facilita il mal di testa nell’emicranico, ma anche l’occasionale allungamento del sonno può scatenare attacchi.
Così pure il digiuno, il saltare un pasto, il tardare l’assunzione di un abituale caffè sono spesso scatenanti. Resta poi il capitolo controverso dei cibi facilitanti il mal di testa: salvo forse certi vini e certi formaggi stagionati o il cioccolato, spesso si tratta più di leggende metropolitane che di effettivi scatenanti, ed il punto fondamentale anche in questo caso è ciò che il singolo paziente ha compreso essere per lui un favorente il mal di testa.
Per quanto riguarda le donne poi la ciclicità ormonale, soprattutto nel periodo mestruale, e l’assunzione di pillola estro progestinica possono facilitare gli attacchi.
Esistono delle regole per quanto riguarda lo stile di vita che lo specialista può indicare al paziente per ridurre la frequenza e/o l’intensità degli attacchi di emicrania?
Fondamentale è la regolarità: negli orari di sonno, nell’assunzione dei pasti, nel gestire gli impegni … il problema è che in genere gli emicranici sono brillanti e poliedrici e faticano a cercare la regolarità. Come si diceva, il cervello dell’emicranico ha problemi ad affrontare i cambiamenti repentini e imprevisti.
L’evitamento dei riconosciuti scatenanti, un sonno soddisfacente, una alimentazione varia e regolare e una altrettanto regolare attività fisica di tipo aerobico sicuramente aiutano anche se spesso non bastano: avere un cervello fin troppo attivo, che consuma molta energia e che ha caratteristiche di eccessiva eccitabilità e di scarsa abitudine a certe sollecitazioni, espone al rischio di attacchi ricorrenti, spesso probabilmente utili a mantenere il cervello integro: se manca energia il sistema di protezione (l’emicrania) lo rallenta o addirittura lo spegne, lo fa isolare dagli stimoli, previene i consumi e fa ricaricare la batteria.
Si ringrazia il Dott. Carlo Lovati, Neurologo MD, PhD, responsabile del Centro per lo studio e il trattamento delle Cefalee dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano, tutor nel contesto del corso di Malattie del Sistema Nervoso della facoltà di medicina dell’Università statale di Milano – polo Vialba – [email protected]
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