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Calo del desiderio. Quando lui non ti cerca più

Calo del desiderio. Quando in una coppia in cui tutto va apparentemente bene inizia a venire meno il rapporto fisico, intimo, cosa significa?

Calo del desiderio. Quando lui non ti cerca più
Calo del desiderio. Quando lui non ti cerca più

Calo del desiderio. Quando in una coppia in cui tutto va apparentemente bene inizia a venire meno il rapporto fisico, intimo, cosa significa? Quando si va d’accordo, ma non ci si cerca più? Cosa vuol dire? Cosa fare? Ne abbiamo parlato con la Prof. Roberta Rossi dell’ Istituto di Sessuologia Clinica di Roma. Ecco cosa ci ha detto

Il calo del desiderio può essere considerato come un normale aspetto della maturazione di una coppia, nessuno dei due diventa più giovane, l’abitudine, ed altre componenti anche psicologiche possono portare ad una diminuzione dei rapporti. O no?

Possiamo dire che la consuetudine porta ad una normale diminuzione del desiderio sessuale nella coppia, quello che aiuta a mantenerlo, a fronte del tempo che passa, è la capacità di trasformare il desiderio fisiologico, l’alchimia dell’innamoramento,  in un desiderio di attaccamento che viene rinforzato dal legame di coppia. Questo ultimo è fatto di attenzioni, comprensioni, ascolto, tolleranza e tanto altro che permette alla relazione di andare avanti in modo complice. Non sempre è facile, spesso i ruoli e le posizioni si irrigidiscono nel rapporto e questo di certo non aiuta. Quindi in sostanza direi che la sessualità di coppia va spesso d’accordo con l’armonia di coppia.

Può aiutarci a stabilire un criterio per stabilire quando, all’interno di una coppia ormai consolidata, la frequenza dei rapporti inizia ad essere troppo scarsa?

Il dato importante che teniamo in considerazione in ambito sessuologico è il cosiddetto distress personale. Si tratta del disagio personale che ognuno di noi sperimenta in una determinata situazione. In questo caso trattandosi di coppia, dovremo tenere conto del distress di entrambi, che non sempre va nella stessa direzione. Mettiamo il caso che uno dei due voglia avere più rapporti a settimana  e l’altro è soddisfatto di una media mensile, chi ha ragione? Nella coppia è sempre utile comprendere la funzionalità della sessualità:  serve a dimostrare che mi ami? Serve a farmi sentire più uomo o più donna? Serve a scaricare tensione?

Il piacere di fare l’amore comprende anche la possibilità di accettare una modalità diversa dalla nostra, se si fa l’amore con qualcuno che in quel momento non ha voglia, che piacere se ne trae? Direi che sarebbe importante soffermarci su questo anziché ricercare la frequenza normale, in questo modo la eventuale diminuzione di momenti di intimità  avrà maggiore possibilità di essere percepita da entrambi un segnale per orientarsi.

Ma può esistere un rapporto forte e stabile in cui la componente sessuale sia totalmente assente o molto ridotta? Oppure un rapporto di coppia senza rapporti intimi è in ogni caso un rapporto di coppia incompleto, un rapporto che nasconde qualche problema?

Sono situazioni diverse tra loro. Ci sono i cosiddetti matrimoni bianchi, dove per difficoltà attribuibili ad entrambi i partner la sessualità, quella penetrativa, non esiste. Ci possono essere altri contatti sessuali ma non il rapporto completo. La relazione di coppia in questi questi casi è abbastanza buona, almeno apparentemente,   in genere troviamo degli aspetti fusionali, una coppia abbastanza chiusa, con pochi contatti sociali, con un rapporto molto contiguo con la famiglia di origine. Esistono poi coppie che hanno un livello di desiderio più o meno frequente, ma i rapporti sono comunque soddisfacenti e la relazione di coppia è buona. Come dicevamo prima ognuno deve poter trovare il proprio equilibrio sessuale, altrimenti anche la sessualità rischia di diventare un “must”.

Come si riaccende un rapporto che si è intiepidito dal punto di vista ‘fisico’?

Bisogna essere motivati prima di tutto e avere chiara la percezione per se stessi di aver perso qualcosa di importante della propria vita di coppia, poi si può ricorrere a qualche strategia personale, tirare fuori qualche coniglio dal cappello, che però deve essere recepito anche dall’altro.  Quindi conviene parlarne, affrontare la situazione e aiutarsi reciprocamente ad avere una attenzione nei confronti di questo aspetto.

A chi ci si rivolge per non rischiare di cadere nelle mani sbagliate, quali sono le figure professionali di riferimento, e come le si trovano?

In questi casi il sessuologo è la figura di riferimento: si tratta infatti di un professionista, medico o psicologo che ha fatto una formazione specifica in sessuologia e quindi è in grado di muoversi in questo ambito con competenza e senza troppi imbarazzi e pregiudizi. La Federazione Italiana  di Sessuologia Scientifica ha messo a disposizione sul proprio sito un elenco di professionisti sessuologi nelle diverse regioni italiane www.fissonline.it

Ringraziamo la Prof. Roberta Rossi
Istituto di Sessuologia Clinica www.sessuologiaclinicaroma.it

Alessio Cristianini per Margherita.net

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