
In una serata ricca di emozioni e ricordi, Grasse, in Provenza — capitale mondiale del profumo — ha ospitato la prima del documentario, ispirato all’omonimo libro, Le Dictionnaire Amoureux du Parfum di Elisabeth de Feydeau, storica del profumo e personalità significativa del settore.
Nel corso del dibattito seguìto alla visione, una domanda si è fatta largo tra il pubblico,
toccando un tema tanto delicato quanto realistico: “È vero che con il tempo la composizione dei profumi cambia?“
La risposta dell’autrice è stata sincera e poetica allo stesso tempo: “Il profumo è come una ricetta della nonna: rimane sempre la stessa, ma la qualità e gli ingredienti, con il tempo, cambiano.“
È una frase semplice, che racchiude però una verità profonda.
Le fragranze, anche le più iconiche, non sono esattamente uguali a quando sono state create, ma si trasformano e si adattano all’evolversi del tempo, pur rimanendo fedeli alla loro identità originale. Non si tratta soltanto di sviluppi creativi: spesso il cambiamento risponde a esigenze normative e necessità ambientali. Negli ultimi decenni infatti, le Maisons hanno dovuto affrontare sfide legate a nuove regolamentazioni e organismi internazionali come l’IFRA (International Fragrance Association) impongono limiti riguardo all’uso di alcune molecole, come gli allergeni, che possono causare irritazioni cutanee e problemi alla pelle ed il cui numero è aumentato nel corso del tempo.
Molte materie quindi, sia naturali che sintetiche, sono finite sotto esame e, in alcuni casi, vietate.
Esempio emblematico nel mondo dei profumi è ”Diorissimo”, creato nel 1956 dal leggendario profumiere Edmond Roudnitska e particolarmente apprezzato per la sua nota di mughetto (mughetto), fiore amatissimo da Christian Dior. Non potendosi estrarre l’essenza di mughetto naturalmente, sin dall’origine si è ricorso ad una molecola sintetica: Hydroxycitronellal, appartenente alla stessa famiglia olfattiva, che ne riproduce le note.
Successivamente però, poiché tale molecola è stata ricompresa nel nuovo degli allergeni, la Maison è stata costretta a riformulare Diorissimo, sostituendo l’Hydroxycitronellal con altre molecole, prive di potenziale allergenico e ciò per rispettare i nuovi standard di sicurezza.
L’evoluzione della coscienza etica e la normativa pone sfide importanti ai creatori di essenze, che devono reinterpretare formule storiche, garantire sicurezza e sostenibilità, pur rimanendo fedeli all’impronta olfattiva originaria. Quella della profumeria quindi è un’arte silenziosa, spesso invisibile al consumatore, che si muove di pari passo con la società e le sue leggi. La sua anima profonda però resta ed è quella ricetta della nonna, come ha ricordato Elisabeth de Feydeau, che ogni generazione rilegge con rispetto e creatività.
Maria Laura Colla – Fragrance Editor
per Margherita.net