Margherita.net | Donne e salute | Mamma? No, grazie! Chi sono i “childfree”, coloro che di figli non ne vogliono neanche sentir parlare.

Mamma? No, grazie! Chi sono i “childfree”, coloro che di figli non ne vogliono neanche sentir parlare.

Il movimento Childfree, nato negli Stati Uniti anni fa, rappresenta nello specifico il grido di una generazione che non vede la procreazione come forma di realizzazione personale.

Mamma? No, grazie! Chi sono i “childfree”, coloro che di figli non ne vogliono neanche sentir parlare.
Mamma? No, grazie! Chi sono i “childfree”, coloro che di figli non ne vogliono neanche sentir parlare.

Gran parte del mondo si affanna oggi alla ricerca di una genitorialità talvolta difficile da raggiungere. Basti pensare alle moltissime coppie eterosessuali che fondano la loro idea di famiglia sul desiderio di un figlio che però non arriva, coppie omosessuali che lottano per veder riconosciuto il loro diritto alla genitorialità, così come persone single che, non in coppia, desiderano fortemente il legame madre-figlio. Esami, controlli, pareri medici, ricorso a tecniche invasive di fecondazione assistita, spostamenti fuori dal proprio Paese e soldi spesi, tutto pur di dar vita a quello che gli aspiranti genitori desiderano con tutte le forze.

È in questo scenario che ai cosiddetti “childless”, ossia coloro che non hanno figli ma li avrebbero tanto voluti, si affiancano i “childfree”, coloro che di figli non ne vogliono neanche sentir parlare.

Il movimento Childfree, nato negli Stati Uniti anni fa, rappresenta nello specifico il grido di una generazione che non vede la procreazione come forma di realizzazione personale. Si tratta di giovani che hanno ben chiaro che la maternità o paternità non fa per loro, non se ne vergognano e lo esprimono a gran voce. Non odiano i bambini, per lo meno non tutti, e non discriminano chi invece desidera un figlio. Preferiscono però impegnare le proprie forze, il proprio tempo e denaro in progetti di vita diversi: c’è chi ama viaggiare e non vuole essere condizionato dalla nascita di un bebè, chi investe nel lavoro o nella coppia, che è già una piccola famiglia. C’è poi chi è convinto di non avere le giuste doti per essere un bravo genitore e crede che sia meglio non mettere al mondo un bambino piuttosto che non dedicargli le giuste attenzioni. Possono essere però allo stesso tempo zie e zii affettuosi, amare la compagnia dei più piccoli, ma non hanno intenzione di farne di propri.

Anche in Italia il movimento ha preso piede, recentemente, soprattutto fra gli under 30 che hanno trovato nella corrente statunitense la possibilità di condividere pensieri e riflessioni.

In effetti, esprimere la volontà di non mettere al mondo un figlio, seppur possibile dal punto di vista fisiologico, non deve essere facile per chi un figlio non lo vuole. Le pressioni sociali, raggiunta l’età considerata “giusta” per diventare genitori, sono moltissime ed ogni occasione, in famiglia e non, è buona per chiedere: “Quando farete un figlio?”, oppure “Avete figli?”, accompagnato da “Su che il tempo corre…”. Tutte espressioni di una società che vede la genitorialità come un istinto che tutte le donne possiedono, per natura. Ma quando non è così, ci si chiede allora se sia giusto o meno dare la vita. I commenti si sprecano ed è facile sentirsi dire: “pensa a quelli che i figli non ne possono avere!”.

È comprensibile allora che chi si sente giudicato si unisca in gruppi, si affratelli e si difenda a vicenda, all’interno di gruppi che portano avanti i principi prima esposti. Proprio così nasce il movimento Childfree Italia su Facebook, con moltissimi seguaci, in cui i giovani che non aspirano a diventare mamme e papà si confrontano, si spalleggiano ed esprimono, forti dell’aver qualcuno a fianco, la loro scelta.

Ciò che del movimento lascia qualcuno molto perplesso è sicuramente non solo la volontà di non procreare ma anche quella di sottoporsi ad interventi chirurgici di sterilizzazione. Alcuni childfree, ma non tutti, preferiscono non utilizzare metodi contraccettivi a vita al fine di non incorrere in gravidanze, ma intervenire chirurgicamente per rimuovere la possibilità di procreare, ora e in futuro. Molti si sottopongono quindi alla vasectomia, cioè la resezione dei dotti deferenti maschili o alla salpingectomia bilaterale volontaria per le donne, cioè l’asportazione delle tube.
Sull’argomento il dibattito è accesso: in Italia, infatti, la sterilizzazione volontaria non è mai stata regolamentata anche se è consentita dalla legge. Chi vuole sottoporsi all’operazione può farlo tranquillamente, seppur sia difficile talvolta incontrare un medico disposto ad operare.

Gli specialisti che obiettano lo fanno, forse, in nome della possibilità che ci siano ripensamenti in futuro, cosa che però i childfree escludono con fermezza. La loro decisione non è frutto di una moda del momento, ma di un istinto che non sentono far parte di sé e sono certi che non avranno mai il desiderio di un figlio. Per molti, l’operazione è un vero traguardo, una liberazione che permette loro di vivere la vita seguendo le proprie inclinazioni personali e convinzioni.

Inutile dire che le vicende personali sono sempre diverse le une dalle altre e che anche fra i childfree ci siano persone che arrivano alla consapevolezza di non voler un figlio per motivi differenti. Inoltre c’è chi conquista questa convinzione molto presto e chi ci arriva con il tempo, in bilico tra l’essere “childless” e “childfree”.

Le pressioni della società possono essere inoltre molto forti, difficili da sopportare. Ci si ritrova discriminati per un istinto, naturale per molti, che però non si possiede e questo può essere fonte di distress e disagio psicologico. In un ambito come questo, al pari di molti altri ancora poco esplorati, un supporto esperto può aiutare nell’affrontare il disagio e nell’acquisire maggiore consapevolezza delle proprie scelte.

Giada Mastrogregori
Per maggiori informazioni sul tema segnaliamo il servizio di consulenza telefonica gratuita dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma (ISC) disponibile dal lunedì al giovedì dalle 15:00 alle 19:00 al numero 06 85356211. Un team di psicologi con specializzazione in sessuologia clinica risponderà alle vostre domande e fornirà indicazioni utili rispetto ai temi della sessualità.

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