I tacchi alti, croce (per le donne) e delizia (per gli uomini) che ben conosciamo. Belli, sono belli, sexy, anche. Allungano le gambe, slanciano la figura, fanno sentire bene. E non li usano solo le donne, solo che quelli usati dagli uomini non si devono vedere…
Però è anche vero che l’uso continuativo di scarpe con i tacchi ha i suoi effetti collaterali, causa spesso problemi anche gravi. Per saperne di più abbiamo intervistato uno dei più grandi esperti in questo settore, il Prof. Luca Avagnina, podologo e posturologo. Ecco come ha risposto alle nostre domande.
Ci perdoni per la prima domanda che le poniamo, che è una piccola provocazione: ma i tacchi fanno davvero male a piedi, caviglie, ginocchia? In fin dei conti una grande percentuale delle donne porta i tacchi per molte ore ogni giorno e continuano a camminare…
Dipende … sempre tutto dipende, in medicina, e molto dipende dal buon senso.
Premesso che in veste di uomo amo i tacchi alti in una donna se portati nelle occasioni giuste in quanto donano grazia, eleganza, femminilità, e una giusta dose di sana sensualità, come professionista devo dire che i tacchi portati quotidianamente, in linea generale, conducono a cambiamenti della postura e della biomeccanica corporea con degli adattamenti in genere peggiorativi nel tempo.
Per essere però corretti bisognerebbe prima definire di che tipo di tacchi stiamo parlando: a spillo o a base larga, alti 4 cm o 10?
Tutto varia variando già questi parametri, e poi bisogna ancora valutare il tutto anche alla luce del tipo di piedi di ogni uno e delle patologie o dei disturbi podalici e sovra podalici che l’individuo ha, ha avuto, o sta manifestando.
Infine è un po’ come per il fumo, se posso fare il paragone… Come mai ci sono così tante persone che fumano e non contraggono il cancro del fumatore o malattie polmonari o circolatorie gravi? Questo però non vuol dire che il fumo, in chi è già predisposto non sia all’origine di tutte queste patologie come gli studi scientifici ben hanno dimostrato.
Quali sono i disturbi più frequenti e quelli, magari meno frequenti ma più gravi, che i tacchi possono provocare?
A livello posturale globale, il tacco alto sposta il baricentro corporeo in avanti con la conseguenza inevitabile di un recupero della posizione verso dietro con una iperutilizzazione dei muscoli posteriori dei lombi e della schiena in generale; questo genera spesso dolori lombari misconosciuti di tipo mialgico.
A livello podalico specifico, il tacco alto sposta il peso corporeo x cm2 quasi tutto solo sulla parte anteriore avampodalica con conseguente insorgenza di metatarsalgie, alluci valghi e rigidi, dita a martello, ecc.
Tutte le calzature che prevedono una posizione del piede che non sia ‘piatta’ fanno potenzialmente male, oppure ci sono delle altezze che possiamo considerare ‘parzialmente sicure’?
Anche le scarpe completamente piatte possono generare disturbi posturali e podalici; come dicevo all’inizio tutto dipende dalla individualità morfologica e funzionale di ognuno. Ecco perché sono contrario a sentenze e/o ricette generali su questi argomenti.
Direi con il buon senso della mia esperienza professionale in questi 25 anni che un tacco da 2 cm x gli uomini e fino a 4 per le donne ben si confà alle esigenze sociali e ambientali dei piedi dell’uomo moderno metropolitano.
Ci sono degli accorgimenti che le ritiene utile suggerire se comunque per vari motivi si devono indossare scarpe con i tacchi alti, oppure se non si vuole rinunciare a quei centimetri in più nonostante la loro potenziale pericolosità?
L’idea centrale dovrebbe essere che il loro utilizzo sia per lo più occasionale possibile e riservato alle occasioni speciali e non al quotidiano vivere di ufficio o casa.
Per le donne un po’ di tacco fino ai 4 cm, come già detto può essere considerato non pericoloso nel tempo.
Nei casi di obbligo d’uso quotidiano di tacchi alti contrastare con esercizi di streching dell’achilleo e uso di scarpe a tacco anteriore opposto in casa.
Ringraziamo il Prof. Luca Avagnina, podologo e posturologo https://www.podomedica.it/
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