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Gravidanza, dimagrimento e pelle in eccesso. Cosa fare

Una gravidanza, un dimagrimento molto veloce o un dimagrimento importante in termini di chili persi possono lasciare in eredità – complici anche età e costituzione individuale – un eccesso di pelle…

Gravidanza, dimagrimento e pelle in eccesso. Cosa fare
Gravidanza, dimagrimento e pelle in eccesso. Cosa fare

Una gravidanza, un dimagrimento molto veloce o un dimagrimento importante in termini di chili persi possono lasciare in eredità – complici anche età e costituzione individuale – un eccesso di pelle, un problema non solo di tipo estetico. Di pelle in eccesso e degli interventi chirurgici per risolvere questo problema abbiamo parlato con il Prof. Marco Klinger, Professore di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica all’Università degli Studi di Milano, Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica all’Humanitas Research Hospital di Rozzano.

Ci può aiutare, per iniziare e capire meglio, ad inquadrare questo problema?

E’ sicuramente tipico dei grandi dimagrimenti, ma ad esempio si manifesta anche – ovviamente in minore entità – dopo una gravidanza, nella regione addominale. L’inestetismo è dato da tessuti di rivestimento che in seguito a variazioni di volume risultano in eccesso, molli e svuotati. E purtroppo, in questi casi, la dieta e lo sport non aiutano a migliorare la situazione.

È possibile cercare – se non di prevenire – almeno di attenuare questo problema ‘preparando’ e curando la pelle prima di iniziare una dieta dimagrante o una gravidanza, quando possibile? In questo caso quali sono i suoi consigli?

Sicuramente una pelle idratata è nelle migliori condizioni per affrontare una variazione di questo tipo. Sì, quindi, ai prodotti cosmetici in grado di migliorare la texture della pelle. Detto questo, bisogna fare i conti con la genetica, che sicuramente ha un ruolo preponderante e che determina in gran parte la risposta dei tessuti. Insomma, neanche la migliore crema potrà cambiare in modo radicale la capacità di retrarsi di tessuti che sono naturalmente sottili e poco elastici.  

Si parla di pelle in eccesso, ma chiaramente in questa definizione rientrano molte tipologie e livelli di gravità dello stesso problema. La soluzione è sempre chirurgica?

Sì, ma dopo un certo tempo. Facciamo l’esempio di una neo-mamma: per valutare correttamente l’entità dei tessuti in eccesso bisogna aspettare almeno 6 mesi dopo il parto. In questo periodo, condizionati dalla genetica, i tessuti tendono naturalmente a ritornare alla condizione precedente. Solo dopo un po’ di tempo la situazione è stabile e si può quindi valutare l’entità dei tessuti in eccesso e i disagi che questi comportano. In alcuni casi il problema è solo estetico; in altri – soprattutto in seguito a dimagrimenti di diverse decine di chili – i tessuti in eccesso formano pieghe in cui la pelle tende a irritarsi e a macerare, o addirittura che impediscono i movimenti.

Quali sono le terapie più indicate nei casi meno importanti, quelli che si limitano ad una pelle dall’aspetto grinzoso in determinate parti del corpo, ma dove la pelle non è da considerarsi veramente ‘in eccesso’?

Io non li eseguo, perché sono essenzialmente un chirurgo, ma ci sono trattamenti di medicina estetica che migliorano la consistenza cutanea, dalla carbossiterapia al laser.

Ci sono invece dei casi in cui si rende necessario un intervento chirurgico per risolvere il problema della pelle in eccesso. L’addome e le braccia, ad esempio, sono due tra le parti del corpo che più risentono di questo problema. Quali sono gli interventi più richiesti, in cosa consistono (a grandi linee) e quali ‘segni’ lasceranno sul corpo del paziente?

Si possono eliminare i tessuti in eccesso dall’addome con un intervento eseguito in due versioni: l’addominoplastica tradizionale – che lascia una cicatrice sottile che va da un fianco all’altro, abbassandosi nella parte centrale in modo da essere nascosta dagli slip – e la mini-addominoplastica – che lascia solo un segno sul margine superiore dei peli pubici. Ovviamente, si sceglie il tipo di intervento in base all’entità dei tessuti in eccesso e al risultato che si vuole ottenere. L’addominoplastica tradizionale è indicata quando è necessario rimodellare tutta la parte, quella mini nei casi in cui i tessuti da rimuovere sono di meno.

Anche nel caso delle braccia gli interventi sono diversi e vengono decisi alla luce della situazione di partenza. Per risolvere una modesta lassità può essere sufficiente un’incisione nell’ascella, che pertanto risulta di fatto invisibile; quando invece i tessuti cadenti sono di più, l’incisione viene prolungata sul braccio, posizionandola in modo da risultare poco visibile.

Ringraziamo il Prof. Marco Klinger
Professore di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica all’Università degli Studi di Milano, Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica all’Humanitas Research Hospital di Rozzano – Milano
https://www.marcoklinger.it

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