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Come avvicinarsi alla dieta dimagrante dal punto di vista psicologico

Se si affronta la riduzione del peso come una parentesi di restrizione e punizione per essere stati “cattivi” e quindi un comportamento passeggero che giunti all’obbiettivo…

Come avvicinarsi alla dieta dimagrante dal punto di vista psicologico
Come avvicinarsi alla dieta dimagrante dal punto di vista psicologico

Se si affronta la riduzione del peso come una parentesi di restrizione e punizione per essere stati “cattivi” e quindi un comportamento passeggero che giunti all’obbiettivo tornerà ad essere quello avuto in passato fino alla prossima dieta, è un progetto che non ha le basi per essere portato a termine.

Come ci si deve avvicinare alla dieta dimagrante, facendolo nel modo giusto non solo dal punto di vista nutrizionale, ma soprattutto da quello psicologico? Quali le motivazioni ‘sane’ e quale l’approccio più indicato? La Dott.ssa Laura Izzi, Psicologa e life & work Coach a Torino, risponde alle nostre domande.

Quale è l’approccio migliore dal punto di vista psicologico quando si decide di seguire un regime alimentare finalizzato alla riduzione del peso?

Innanzitutto perdere il peso in eccesso significa mangiare sano e diminuire l’introito troppo alto di cibo a cui ci siamo abituati.

Io non sono una nutrizionista ma lavoro con nutrizionisti e medici sul paziente che vuole e deve perdere peso. Quindi lascio ai nutrizionisti la parte riguardante il regime alimentare in senso stretto e parlerò invece dell’atteggiamento psicologico migliore in chi affronta un tale cambiamento di vita.

La decisione di perdere il peso in eccesso deve essere accompagnata da una reale volontà di cambiare il proprio modo di alimentarsi e non solo ma anche di percepire il cibo.

Se si affronta la riduzione del peso come una parentesi di restrizione e punizione per essere stati “cattivi” e quindi un comportamento passeggero che giunti all’obbiettivo tornerà ad essere quello avuto in passato fino alla prossima dieta, è un progetto che non ha le basi per essere portato a termine. Nel migliore dei casi arrivati al peso desiderato si riprenderà il peso a gran velocità e si perderà in questa operazione molta massa magra sostituendola con massa grassa.

Si inizia a dimagrire con la testa. Per esempio dire “mi metto a dieta” è già fallimentare perché ciò presuppone di iniziare un periodo di quaresima con autoflaggellazione che ha la sua molla nel senso di colpa per il nostro peso eccessivo.

Invece come tutti i progetti che si vogliono portare a termine occorre che si parta da un concetto positivo, per esempio: “voglio finalmente sentirmi bene, far sparire quei mal di testa che mi affliggono dopo i pasti, avere più energia nella mia giornata, dare il giusto nutrimento al mio corpo perché possa sostenermi al meglio, mangiare in modo più sano e naturale in modo da stare meglio e più a lungo, insomma voglio sentirmi bene e per questo voglio cambiare!”; questo è un buon inizio!

Questo obiettivo non mette ansia, non ci spinge a ricercare il risultato immediato ma ci permette di godere di tutti i benefici di un cambiamento del genere a mano a mano che compaiono.

Nel libro (Dimagrire con la mente e … col sorriso) scritto insieme alla dott.ssa Gabriella Mazzolari, medico nutrizionista, esperta in medicina antiaging e con la collaborazione di Battista Mansueto, massofisioterapista e personal trainer, ho tracciato proprio tutto il percorso mentale e psicologico che può condurre meglio al risultato voluto.

Non si tratta quindi di trattenere il fiato fino a che abbiamo raggiunto l’obiettivo e poi premiarsi con un bombolone ma una paziente costruzione del nostro personale modo di alimentarci attraverso una aumentata consapevolezza del valore nutritivo dei cibi, del loro sapiente integrarsi a vicenda, della scoperta dei sapori veri e non viziati dagli addittivi chimici a cui ci ha abituato l’industria.

E’ infatti dall’era della rivoluzione industriale che l’uomo ha iniziato a conoscere sapori artificiali e contemporaneamente ad ingrassare.

Pochi sanno per esempio che il grano contiene una sostanza denominata amilopectina-A che è ormai certo che crei dipendenza e che viene aggiunta (con la farina) a moltissimi cibi industriali per creare dipendenza nel consumatore.

Per non parlare degli additivi chimici…

Quindi per sintetizzare direi che chi vuole perdere il peso in eccesso deve prima riflettere su quanto si vuole bene ed agire per questo motivo, diventando più consapevole di ciò che mangia e del perché.

Margherita.net

Ringraziamo la Dott.ssa Laura Izzi, Psicologa e life & work Coach, Torino
Sito web: https://www.psicologabenesseretorino.it/

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