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Moofushi, Maldive

Salire sul sea plane, ovvero l’idrovolante da 20 posti, dopo un viaggio comodo sull’A380, ti …

Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini
Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini

Salire sul sea plane, ovvero l’idrovolante da 20 posti, dopo un viaggio comodo sull’A380, ti pone alcune domande, soprattutto se la paura di volare è parte di te. Ma la flotta di 40 bimotori TMA (Trans Maldivian Airways) che collega ininterrottamente Malè a un centinaio delle 1190 isole delle Maldive è efficiente e atterra e riparte in pochi minuti ‘saltellando’ da un’isola all’altra senza alcun problema, tutti i giorni, scaricando e caricando passeggeri come fosse un taxi qualsiasi.

Per cui mi rassegno, monitoro pilota e copilota rilassatissimi in bermuda e a piedi nudi, e mi convinco di essere in buone mani. Finalmente volgo lo sguardo fuori dal finestrino: sotto di me sfilano una dietro l’altra decine di isole con le acque turchesi delle lagune che le circondano, 25 minuti di spettacolo incredibile che già mi fa dire ‘ne valeva la pena’.

Atterro all’isola di Moofushi che è mattina presto, 4 ore di fuso orario in più rispetto a Milano ufficialmente, ma in realtà 5, se ne sono inventata una in più per far godere del sole fino alle 7 di sera.

Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini
Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini
Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini
Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini

Ad accoglierci mentre scendiamo intontiti e increduli per la luce e il mare trasparente sotto di noi c’è il cartello che è poi il motto di tutte le Maldive: ‘No news, no shoes’, e in effetti delle scarpe non c’è bisogno mai, nemmeno al ristorante che ha sabbia al posto del pavimento e dove anche le infradito sono inutili. Per quanto riguarda le ‘no news’, be’, volendo si può davvero staccare la spina, ma le camere hanno tv con programmi di tutto il mondo e il wifi che ti impedisce di staccare davvero, c’è sempre in chiunque la tentazione di postare i colori e i paesaggi mozzafiato che ti si presentano appena esci dalla camera del resort. Ad esempio la tentazione di fotografare gli squaletti a riva, totalmente innocui, per far credere di essere nel mezzo di un viaggio avventuroso a chi è rimasto in Italia è forte.

Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini
Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini
Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini
Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini

In realtà l’isola di Moofushi è ospitale e addomesticata al punto giusto per rendere accogliente il soggiorno, nemmeno le zanzare ci sono più, sulla spiaggia ci sono invece eleganti Aironi cinerini, tra le palme i gechi e la sera le volpi volanti, dei grandi pipistrelli che si fanno vedere al tramonto. Moofushi ospita solo ed esclusivamente il resort Constance e tutto quello che c’è da fare è godersi la spiaggia, ma meglio ancora il mondo sottomarino che la circonda: coralli e pesci di ogni colore ci sono anche a pochi metri da riva.

Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini
Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini
Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini
Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini

Una volta imparato a fare snorkelling, diventa un’addiction, non c’è alcun motivo per uscire dall’acqua bella, invitante e limpidissima. Perciò la giornata passa così, raccontandosi i pesci scoperti, pesci chirurgo (Dory per chi conosce Nemo), pagliaccio (Nemo, appunto), pappagallo e la curiosità di vederne altri.

L’isola di Moofushi è circondata dalle barriere coralline, come rocce sottomarine nella laguna turchese, da muretti artificiali costruiti per preservare la spiaggia dall’erosione e da due file di palafitte, overwater costruite nella laguna, che sono poi le camere più ambite del resort. L’isola è vicina a una pass oceanica, cioè a un collegamento tra l’oceano Indiano e la laguna della barriera corallina, un punto strategico in cui c’è uno scambio tra gli abitanti dell’oceano che vengono attirati dal cibo della barriera. Il paradiso per i subacquei di tutto il mondo.

Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini
Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini
Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini
Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini

Se poi si esce in catamarano con una guida locale, o con il Dhoni (la tipica barca maldiviana), si possono ammirare delfini, tartarughe e mante senza dover essere per forza subacquei, lo snorkelling ha un suo più che dignitoso perché.

Certo, per i subacquei lo spettacolo deve essere decisamente più affascinante, dal momento che si possono incontrare Squali balena, tartarughe e mante e nuotarci assieme, io mi sono accontentata di rifarmi gli occhi a ridosso dei coralli e perdermi a osservare il micromondo animato che abita ogni piccolo corallo intorno all’isola.

Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini
Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini
Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini
Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini

Consiglio di chiedere sempre e comunque alle guide dell’isola, anche prima di fare il banalissimo snorkelling, perché le correnti in alcuni momenti del giorno possono spingere lontano e creare difficoltà . Sull’isola noleggiano tutto: dalla go pro per i video subacquei, alle pinne e maschera, alle attrezzature da immersione, perciò non occorre portare nulla da casa e appesantire il bagaglio inutilmente, tantomeno abbigliamento: costumi e copricostumi sono più che sufficienti, anche per andare al ristorante.

L’isola è autosufficiente in tutto e per tutto, e non potrebbe essere altrimenti, produce energia con un generatore che serve per l’elettricità e il wifi.

Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini
Moofushi, Maldive. Foto Costanza Cristianini

Il resort Constance Moofushi, è quanto di più accogliente si possa desiderare: ristorante a buffet con cucina internazionale, maldiviana, indiana, mediterranea, il personale che ci lavora in parte alloggia sull’isola in parte fa il pendolare con le vicine isole e ogni mattina viene traghettato sull’isola.

Un mondo organizzato benissimo per accogliere tutto l’anno turisti da ogni continente. Il periodo migliore in cui andarci dicono sia marzo e aprile, scelto con molta cura dalla sottoscritta per godere di una settimana di sole sicuro: cionostante per due giorni il vento (caldo) ha investito l’isola insieme a scrosci di pioggia, e mi sono sentita dire anche dalla gente del posto: ‘Non ci sono più le stagioni di una volta, nemmeno alle Maldive!’

Costanza Cristianini per Margherita.net

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